martedì 14 maggio 2013

Musica barocca

                                             Musica barocca
Il termine musica barocca indica una categorizzazione della musica composta nel XVII secolo e nella primametà del XVIII secolo, che la fa corrispondere alla diffusione del barocco nell'arte.
Probabilmente, il primo a utilizzare il termine barocco per indicare un particolare periodo della produzione artistica con caratteristiche omogenee fu Jacob Burckhardt nel suo Il Cicerone (1855), dove è intitolato Stile barocco un capitolo dedicato all'arte post-michelangiolesca, che ne rimarca gli aspetti di decadenza rispetto al Rinascimento; in seguito, Heinrich Wölfflin in Rinascimento e Barocco (1888) riprese il termine in senso positivo e propose anche di allargare il suo uso alla letteratura ed alla musica. Fu il musicologo Curt Sachs nel 1919 a riprendere le tesi di Wölfflin sull'arte barocca ed applicandole in maniera sistematica alla musica[1]: egli vedeva in alcune caratteristiche specifiche dello stile musicale (ad esempio, l'uso dell'ornamentazione e della variazione della melodia, oppure la scrittura monodica con basso continuo) la trasposizione delle novità stilistiche della pittura.
Questo genere si sviluppa a fianco di composizioni che ancora rientrano completamente nell'orizzonte stilistico tardo-rinascimentale – a volte i due stili coesistono nell'ambito della produzione dello stesso compositore – pertanto non è possibile stabilire una data precisa di inizio del periodo barocco in musica così come, con analoghe considerazioni, non si può stabilire una data per la sua conclusione.
Il concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, ma rimane controverso: molti musicologi, fra cui Manfred Bukofzer nel saggio The music in the baroque era (1947), contestano questa definizione sostenendo, non senza buoni argomenti, che sia illogico unire sotto un'unica etichetta un secolo e mezzo di produzione ed evoluzione musicale che ha fatto della varietà e della differenza il proprio programma estetico.
                                                         
                                           Caratteristiche 

Così come le altre forme d'arte del periodo, la musica barocca era votata al desiderio di stupire e divertire l'ascoltatore: cambi repentini di tempo, passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto e della fuga, sono gli elementi che più caratterizzano la produzione musicale di questo periodo, insieme ad uno sviluppato senso dell'improvvisazione.
L'utilizzo del termine barocco in campo musicale è piuttosto recente, ed è fatto risalire ad una pubblicazione del musicologo Curt Sachs del 1919.
Se il concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, diversi musicologi contestano questa definizione sostenendo che sia illogico unire sotto un'unica etichetta un secolo e mezzo di produzione ed evoluzione musicale che ha fatto della varietà e della differenza il proprio programma estetico.
Questa è, ad esempio, la tesi di Manfred Bukofzer, uno dei maggiori musicologi del Novecento, il quale, arriva a sostenere, nel saggioThe music in the baroque era (1947) che la Musica Barocca (intesa come uno stile unitario ed organico), non esista. È per questo motivo che Bukofzer suggerisce di evitare per quanto possibile l'espressione "musica barocca" e di adottare, invece, il criterio della distinzione tra i tre grandi stili che attraversano la musica occidentale tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento: lo stile concertante italiano, lo stile contrappuntistico tedesco e lo stile strumentale francese. Operando all'interno di questa grande tripartizione una ulteriore bipartizione: quella tra idioma strumentale e idioma vocale.
A prescindere da queste considerazioni, che effettivamente possono avere degli ottimi argomenti, il termine "musica barocca" è tuttora universalmente utilizzato ed accettato per definire lo stile musicale evolutosi dopo la musica rinascimentale e prima dello sviluppo dello stile Classico.

                               

sabato 2 marzo 2013

I cloud


iCloud è una collezione di servizi di cloud computing sviluppata da Apple e presentata ufficialmente il 6 giugno 2011 al WWDC 2011.[1]
iCloud sostituisce il servizio MobileMe a partire dal rilascio del sistema operativo iOS 5 il 12 ottobre 2011, permettendo però agli utenti MobileMe esistenti di continuare a utilizzare il servizio corrente fino al 30 giugno 2012[2]). I servizi di iCloud sono gratuiti fino a uno storage massimo di 5 GB di dati.
iCloud permette la sincronizzazione automatica di dati, contatti, immagini e brani musicali tra i vari dispositivi dell'utente in modo automatico e trasparente. Presuppone però il possesso di un Apple ID, ovvero la registrazione presso Apple dei propri dati identificativi compreso il numero di una carta di credito.
iCloud rappresenta attualmente l'unico metodo alternativo all'acquisto di contenuti sull'Apple Store per caricare dati dal computer in possesso dell'utente, sia esso basato su Windows, Linux o Mac OS X verso dispositivi iPad, privi di interfaccia USB o altre porte per il trasferimento diretto.

iCloud, integrato a partire da OS X Lion e iOS 5, nasce come sostituto a MobileMe, della stessa casa di Cupertino. Durante il WWDC 2011 di giugno, il CEO Steve Jobs ha mostrato le differenze tra i due servizi. MobileMe integrava nel suo sistema di condivisione solo lee-mail, i contatti e i calendari.
iCloud è un sistema per archiviare i contenuti multimediali dell’utente su server remoti, condivisi tra i vari dispositivi in possesso dell’utente: iPhoneiPadiPod touchMac e PC Windows. Grazie alla tecnologia push vengono inviati a tutti i dispositivi via rete senza fili (3G o Wi-Fi), automaticamente e senza che si debba fare nulla se non configurare la modalità di funzionamento dal relativo pannello di controllo. Se si acquista un brano musicale, si scatta una foto, si redige un documento o un foglio dati, tali file verranno automaticamente scritti o aggiornati su ogni dispositivo dello stesso utente.
Analogamente possono essere tenuti sincronizzati e memorizzati sia in locale sia nel “cloud” remoto il proprio calendario di impegni, la posta elettronica e i contatti. Una funzione accessoria è la geolocalizzazione, ovvero la possibilità di condividere con contatti scelti la propria posizione, rilevata dal GPS del dispositivo, e di ritrovarlo in caso di smarrimento. 



Regolamento sull'utilizzo del laboratorio di informatica

Regolamento:

1. È consentito agli alunni accedere al laboratorio di Informatica solo se accompagnati da un 
docente. 
2. Ad ogni alunno è assegnata una postazione. Ogni docente è tenuto a controllare che gli alunni 
rispettino le loro postazioni, salvo decisione diversa dello stesso docente accompagnatore. 
3. Le classi non devono occupare il laboratorio nelle ore curriculari di Informatica, dove 
previste, salvo diversi accordi tra docenti. 
4. La configurazione dei computers non deve essere modificata per nessun motivo. 
5. Non si possono creare nuovi utenti e occorre entrare solo dall’utente “Postazione” seguita dal 
numero del PC. 
6. Gli studenti devono usare la “pen drive” personale sui computers dei laboratori controllandola 
prima e dopo l’uso con l’antivirus installato nel pc. 
7. I docenti sono tenuti a controllare con il programma antivirus i dischetti che vengono 
utilizzati su un qualsiasi computer della scuola. 
8. È responsabilità del docente verificare volta per volta l’integrità dell’apparecchiatura 
utilizzata e segnalare eventuali problemi. 
9. È vietato riprodurre e/o distribuire il software installato nei computers se non è libero da 
copyright. 
10. Non si deve installare nei computers nessun tipo di videogioco né scaricare da Internet 
programmi senza chiedere il permesso al responsabile del laboratorio. 
11. Ogni docente deve annotare nella sezione “Argomento delle lezioni …” del registro di classe 
che l’attività si è svolta nell’aula di informatica. 
12. Ogni docente e/o alunno deve segnalare eventuali anomalie e/o non integrità delle 
apparecchiature rilevate all’inizio della lezione. La segnalazione va fatta al docente 
responsabile e, in sua assenza, al docente collaboratore del Dirigente scolastico. 
13. È vietato manomettere i files e le cartelle nelle postazioni dei propri compagni. 
14. Non lasciare nel desktop dei computers i lavori svolti e le icone dei collegamenti. Tutti i files 
prodotti vanno sistemati nelle proprie cartelle create dentro alla cartella “Documenti”. 
15. Al termine di ogni lezione l’aula di Informatica deve essere lasciata in ordine; gli alunni che 
la utilizzano all’ultima ora devono spegnere i computers in modo corretto (casse e monitor 
compresi). 
16. L’aula di Informatica è un’aula didattica e non una “sala giochi”. Non si devono usare i 
computers per “chattare”, giocare, navigare nei social network o scaricare da Internet tutto 
quanto non è pertinente con l’attività didattica che si sta svolgendo. 
17. Il mancato rispetto del presente regolamento comporta l’esclusione dall’attività nell’aula di 
Informatica o, nei casi previsti dal regolamento di Istituto, l’applicazione delle sanzioni. 
18. Il presente regolamento, valido per l’intero anno scolastico, è consegnato a ciascun docente e 
a ciascun alunno; una copia viene consegnata al Dirigente scolastico e una copia viene affissa 
nel laboratorio di Informatica. 

sabato 23 febbraio 2013

Il corpo umano

L'uomo e l'essere comparso per ultimo sulla terra.
Il corpo dell' uomo è costituito da tre parti:
 CAPO:
Suddiviso in cranio e faccia ed è la sede di alcuni essenziali organi , la vista, l'udito, l'olfatto e il gusto.
 TRONCO:
Attaccato alla testa per mezzo del collo , si allarga a formare le spalle mantenendo la stessa ampiezza fino al bacino. Interamente si  divide in due cavità, il DIAFRAMMA: il TORACE e al di sopra l' ADDOME.
Gli ARTI:
Si distinguono in SUPERIORI braccio avambraccio e mano, INFERIORI coscia gamba e piede.

    TESSUTI, SISTEMI e APPARATI


Il corpo umano è formato da miliardi di cellule specializzate a svolgere diverse funzioni e riunite in TESSUTI. 

Tessuto epiteliale:
è formato da cellule strettamente accostate le une alle altre.
Tessuto connettivo:
è formato da cellule con forme diverse separate da spazi contenenti sostanza intercellulari.
Tessuto muscolare:
è formato da cellule allungate ed elastiche.
Tessuto nervoso:
è formato da cellule allungate e ramificate.
IL SISTEMA MUSCOLARE:

     

RESPIRAZIONE:


La respirazione è un processo biochimico del metabolismo energetico degli organismi aerobici e anaerobici, attraverso il quale l'ossidazione dei composti organici si completa con la riduzione, ovvero un'addizione di elettroniall'ossigeno elementare per quanto riguarda i processi di respirazione aerobica, o ad altro composto o elemento per quanto riguarda i processi difermentazione e di respirazione anaerobica, per esempio usando come accettori finali di elettroni NO3-, SO42- o CO22-[1]. Il metabolismo energetico aerobico consuma ossigeno e produce biossido di carbonio (comunemente detta anidride carbonica).
In fisiologia si intende, per respirazione, anche la funzione biologica di scambio dei gas fra organismo e ambiente esterno, con assorbimento dell'ossigeno ed emissione del biossido di carbonio. In proposito si distingue fra respirazione cellulare, che fa riferimento al processo biochimico, erespirazione esterna, che fa invece riferimento alla funzione biologica di scambio dei gas.
La funzione respiratoria comprende tutte quelle attività fisiologiche finalizzate a:
assicurare un adeguato apporto di ossigeno (O2) ai tessuti;
assicurare lo smaltimento dell'anidride carbonica (CO2) prodotta dal metabolismo delle cellule

                                                

                                                       


    

martedì 15 gennaio 2013

Musica rinascimentale e storia della musica

La musica rinascimentale è la musica classica composta in Europa nel corso del rinascimento,approssimativamente quindi tra il quattrocento e il cinquecento. 

Ockeghem e Jacob Obrecht in una maniera che riflette con analogie affascinanti la pittura dello stesso periodo.
Sempre all'inizio del Cinquecento gli eccessi della scuola fiamminga nel secolo precedente provocarono una reazione e una nuova tendenza alla semplificazione, come si può vedere nell'opera di Josquin Des Prez e dei suoi contemporanei fiamminghi e, più tardi, nell'opera di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che era, in parte, spinta dalle limitazioni imposte alla musica sacra dal Concilio di Trento che scoraggiava l'eccessiva complessità. Le complessità dei canoni quattrocenteschi furono progressivamente abbandonate dai fiamminghi in favore dell'imitazione a due e tre voci (fino ad arrivare a sei voci reali) e con l'inserimento di sezioni in omofonia che sottolineavano i punti salienti della composizione. Palestrina, dal canto suo, produsse composizioni in cui un contrappunto fluido alternava fittamente consonanze e dissonanze con un suggestivo effetto di sospensione. La transizione ad un tactus di due semibrevi per breve era a questo punto quasi definitiva e il tre su uno veniva riservato ad effetti speciali volti a sottolineare momenti di tensione - l'esatto opposto della tecnica prevalente cent'anni prima.
Alla fine del secolo, con il trattato "De Institutioni Harmonicae" del compositore e teorico musicale italiano Gioseffo Zarlino (1589) si definiscono finalmente in modo completo ed esauriente le leggi dell'armonia (e quindi della polifonia). Nasce da qui la definizione dei due modi cardine della musica moderna: i modi maggiore e minore.

forme diverse di spettacolo. Per assistere alla nascita del teatro musicale moderno è necessario attendere la fine del XVI secolo. È infatti in quest'epoca che a Firenze un gruppo di letterati e musicisti, la cosiddetta Camerata de' Bardi creata dal conte Giovanni Bardi, crea un nuovo stile vocale a mezza via tra il canto e la recitazione: il recitarcantando.
Da queste premesse si sviluppa il melodramma. Il primo importante esempio di questo nuovo genere è l'Euridice di Jacopo Peri (1561-1633), che viene rappresentato il 6 ottobre 1600 a Firenze, in occasione delle nozze di Maria de' Medici con Enrico IV di Francia.
Ma il primo vero protagonista degli esordi dell'opera lirica, che dalla musica del Rinascimento trae le sue origini, è senz'altro Claudio Monteverdi (1567 - 1643): nel suo L'Orfeo, che fu rappresentato per la prima volta il 24 febbraio 1607 nel Palazzo Ducale di Mantova, si assiste al crescere dell'importanza dell'orchestra e del canto rispetto alle parti recitate e quindi alla netta distinzione fra recitativo e aria. Con l'introduzione dei concertati e dei recitativi ariosi - dove le parti semplicemente recitate sfumano nel canto - la strada per giungere all'opera nel senso moderno del termine sarà, se non spianata, quanto meno tracciata con maggiore definizione. Con Monteverdi il legame tra testo e musica diventa strettissimo, la musica illustra il significato del testo attraverso i cosiddetti madrigalismi.

                                           Storia della musica 

La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità oppure ai suoi gusti.
La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.



martedì 18 dicembre 2012

Emozioni -Lucio Battisti-

                                                               Emozioni


Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere.
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire.
Domandarsi perché quando cade la tristezza
infondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire.
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'è.
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
EMOZIONI.
Tu chiamale se vuoi
EMOZIONI.
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso.
Parlar del più e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore.
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa.
E prendere a pugni un uomo solo
perché è stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella tua mente non c'è.
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
EMOZIONI.


-Lucio Battisti-

























sabato 15 dicembre 2012

Generi musicali

Ecco alcuni generi di musica:

I generi musicali sono categorie entro le quali , vengono raggruppate indipendentemente dalla loro forma  composizioni musicali aventi caratteristiche generali comuni, quali l'organico strumentale, il destinatario ed il contesto in cui sono eseguite.

Ecco i generi:

Musica classica, musica popolare e musica etnica, black music,jazz,musica rock, heavy metal, musica pop , musica elettronica, voci correlate!